Il controllo del prodotto

E’ filosofia di molte aziende quella di mantenere il controllo totale di ciò che producono. L’esempio più lampante è la Apple, nell’impersonificazione di Steve Jobs il quale ha sempre dichiarato di avere quasi una fobia per non far intromettere niente e nessuno nei suoi prodotti. Le sue manie per la segretezza dei progetti è storica, arrivare perfino a chiudere i case di alcuni modelli Macintosh con delle viti particolari non estraibili se non con cacciaviti su misura.

C’è da ricodare però che per quanto si possa difendere un’atteggiamento del genere (di fatto la volontà di mantenere la proprietà intellettuale non è un reato)  questo poi si vanifica se consideriamo che Steve Jobs era solito comprare tutti i più disparati oggetti tecnologi  dalll’Oriente  aprirli e vedere come erano stati fatti! (Della serie… predicare bene e razzolare male 🙂 oppure scaricarsi la coscienza dicendosi che i concorrenti  sono dei fessacchiotti)

Ora però un’azienda come la Apple non ha mai dichiarato di voler guadagnare con l’open source o ha mai detto di voler fare beneficienza, quindi è del tutto ragionovole rispettare le sue scelte politiche e le sue tattiche di marketing aziendali, quindi l’aver deciso di non aprire agli sviluppatori determinate funzioni del suo ultimo gioiello “l’iPhone” va rispettata e gli effetti che avrà questa decisione saranno volenti o nolenti accettati dalla Apple stessa.

Lo scenario si fa leggermente diverso se analizziamo quello che invece sta accadendo con l’applicazione del “controllo del prodotto” su un oggetto come HTC Dream o G1, G2, Gphone, Googlefonino insomma lo smartphone equipaggiato con il sistema operativo Android realizzato da Google.

In questo caso Google si è sempre definita come un’azienda che guadagna solo esclusivamente con i servizi e chi si batte per migliorare il mondo in cui viviamo, con progetti come Google 10^100, oppure con l’ultima iniziativa Google Venture Capital dove investe ingenti somme sulle start-up giovani e dinamiche, aiuta e supporta il software libero, si fa bella agli occhi degli utenti regalando molti prodotti che il diretto concorrente fa pagare molti dollari, un esempio che mi viene in mente è google docs, ovvero una sorta di microsoft office versione on-line.

Di solito è tutto molto bello e tutto concreto, si è vero questi prodotti/servizi ce li abbiamo e possiamo usarli (io li uso) , ma siamo sicuri che siano completamente gratuiti? Non mi dilungherò su questo argomento altrimenti ci addentreremmo in lunghissimi discorsi di marketing e di new economy.

Comunque se analizziamo quello che è successo con Android notiamo qualcosa che non quadra e che ci porta facilmente fuori strada…

Mettiamo il caso che siate degli sviluppatori, e decidiate di voler fare un software che giri su piattaforma Android,  magari siete dei Freelance che guadagnano con piccole/medie applicazioni (come stanno facendo centinaia di programmatori di tutto il mondo , realizzando applicazioni per Iphone mettendole sull’Applestore).

Mettiamo che vogliate fare un bel gioco! Addirittura in multiplayer wow , ma senza la necessità di connettersi ad internet e far consumare soldi agli utenti… un multiplayer ma utilizzando la tecnologia bluetooth !

Mi dispiace deludervi ma ciò non è possibile! Non è possibile perchè Google NON ha rilasciato le API per il supporto del Bluetooth, o meglio, le aveva rilasciate in prima battuta solo sul primo SDK quando ancora non c’era neanche un dispositivo in commercio, addirittura sono usciti libri dedicati ad android con tanto di esempi e schermate in cui si poteva chiaramente vedere e provare tali funzionalità, ma appena uscito il primo dispositivo ecco che Google rilascia il nuovo SDK in linea con quello del cellulare in vendita senza più supporto per il Bluetooth! Si avete capito bene, il vostro super fantastico e modernissimo cellulare non è in grado di scambiare neanche una semplicissima foto  o un mp3 con un altro cellulare anche se del suo stesso modello!

Riesce a utilizzare il Blutooth solo con gli auricolari! Fico vero?

Le prima giustificazione informale e che girava su “riviste” e su blog non ufficiali che ha dato Google è stata che si erano accorti di alcune problematiche di sicurezza dovute alla tecnologia bluetooth e quindi hanno preferito far uscire il primo dispositivo privo di questi potenziali rischi.

Poi però siccome non teneva molto come scusa e anzi tale giustificazione recava anche un danno d’immagine del sistema operativo Android e quindi a Google stessa, poichè mette in risalto lacune tecniche che sono riusciti a risolvere tutti (Nokia – Symbian , Motorola – Symbian, MICROSOFT -windows mobile, Rim etc …) tranne che Google, allora ha rilasciato ufficialmente sul blog degli sviluppatori che il supporto del Bluetooth non era pronto perchè stavano rispettando una tabella di marcia molto pressante e con moltissime cose da realizzare e che l’avrebbero implementate quanto prima.

Sinceramente trovo tutto questo molto frustrante, la prima sensazione che uno sviluppatore prova è che “queste aziende vogliono guadagnare fino all’ultimo centesimo disabilitando il bluetooth per costringere la gente a andare su internet,  grazie a loro la libertà e il bluetooth stanno morendo”[parole di un Developer Freelance].

Il guadagno per loro sta nell’ obbligare gli utenti a passare sempre e solo tramite internet, cibarsi grazie alla publicità (vedi sistema AdWords) o comunque alle visite che possono vantare di avere direttamente sul sito, daltronde hanno investito anche molti soldi sui vari Market Place , di questo ce ne accorgiamo anche quando leggiamo il “Developer Distribution Agreement” nella sezione 4.5 che parla della Non Competizione “4.5 Non-Compete. You may not use the Market to distribute or make available any Product whose primary purpose is to facilitate the distribution of Products outside of the Market.”

Tutto questo secondo me è eccessivo e difatto riduce il potenziale di qualunque dispositivo mobile che utilizza queste piattaforme che si dicono altamente tecnologiche e per Android anche “aperte”  quando invece siamo ritornati indietro di 15 anni quando per scambiarci una semplice suoneria o immagine era pressochè impossibile e chi aveva un cellulare con l’ Irda era considerato un marziano.

Ancora una volta si ferma il progresso per fare strada al denaro… vi risparmio le scontate morali , ma voglio sperare che questo piccolo esempio possa farvi riflettere su quanto sia redditizio fare il buon viso a cattivo gioco!

Spero solo che Google abbia un ripensamento su questa strategia di mercato e apra definitivamente il bluetooth e comabatta ad armi pari e con le idee innovative che ha sempre avuto e non adeguandosi a quello che le altre società (che però non si sono mai dichiarate open) fanno.

Buon coding a tutti.

Aleprex

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maggio 5, 2009 · admin · One Comment
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One Response

  1. Tu sai chi - maggio 7, 2009

    Complimenti per il post, le modifiche apportate sono perfette, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno realmente!!!

    Bisognerebbe anche parlare di come il J2ME sia stato letteralmente boicottato dai brand stessi, inserendo *VOLUTAMENTE* bugs ed errori, per limitare il possibile stra-potere di singole software house (anche piccole).

    Contina così…

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